Il Bosco di Sant’ Antonio
Caduta in disuso questa forma di governo del bosco, per il cambio delle condizionidi vita e dell’uso del territorio, il bosco attualmente si presenta costituito dauna formazione forestale composta per lo più da faggi, molti dei quali vetusti, dioltre 300 anni, dal caratteristico portamento a candelabro dovuto da un particolaretrattamento selvicolturale ricevuto nel passato. Nel 1952 il catastrofico progettodell’ ente comunale che prevedeva il taglio e la vendita di tutti gli alberi delbosco(3113 piante) fu bloccato grazie all’ iniziativa del Prof. Benedetto Rainaldisostenuta dagli abitanti di Pescocostanzo.
A seguito della campagna di sensibilizzazione sull’ argomento compiuta dalla stampanazionale,dell’ appoggio manifestato da Gaetano Salvemini con la lettera pubblicata nellarivista “Il Mondo” diretta da Mario Pannunzio e dall’ intervento risolutivodell’allora Presidente della Repubblica Luigi Enaudi, il bosco venne protettocon un “decreto di protezione delle bellezze” (D.M. del 27/01/1953) e inseritofra le aree nazionali di rilevante interesse pubblico assoggettate alleprescrizioni della legge nazionale sulle bellezze naturali n.1497 del 29/06/1939.
La Società Botanica Italiana nel 1971 inserì il Bosco di Sant’ Antonio nel primo elenconazionale dei “Biotopi di rilevante interesse vegetazionale meritevoli di conservazionein Italia”, mentre in seguito la Regione Abruzzo vi istituì la prima “Riserva naturaleguidata Regionale”(L.R.n.66/1985).
Con l’istituzione del Parco Nazionale della Majella,il bosco è stato inserito precedentemente nella zona di massima tutela e in seguitoall’approvazione del Piano del Parco, nella zona A di Riserva Integrale.
Al bosco nel 2012 è stato assegnato il XXIII° Premio internazionale Carlo Scarpa peril Giardino, promosso dalla Fondazione Benetton Studi e Ricerche. Nel 2013 l’Ente Parcoha predisposto un piano della fruizione dell’area del Bosco, valutato favorevolmente dalComune di Pescocostanzo e dalla Fondazione Benetton.